Le Grandi Storie della Fantascienza 6 (1944) by Isaac Asimov

Le Grandi Storie della Fantascienza 6 (1944) by Isaac Asimov

autore:Isaac Asimov [Asimov, Isaac]
La lingua: eng
Format: epub
editore: ScaffaleItalia
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Un tempo, fra gli uomini della sua razza, c'erano stati dei ricchi che cercavano le novità e l'isolamento, e li avevano trovati fra gli asteroidi maggiori; il denaro e la scienza avevano realizzato per loro la gravità artificiale, generata da impianti ad energia nucleare che sarebbero durati per sempre. Adesso, i ricchi erano, fuori di dubbio, morti, e la nuova razza aveva abbandonato quelle cose inutili. Certamente, fra gli asteroidi, vi sarebbe stato un paradiso per lui, reso sicuro dal numero stesso dei piccoli mondi, un brulichio che avrebbe scoraggiato qualunque ricerca.

Danny sentì passare uno dei guardiani, e si alzò lentamente in piedi, per uscire nuovamente in un mondo che gli avrebbe negato anche quella speranza. Era stato un progetto meraviglioso per sognare, un sogno indispensabile. Poi, il rumore delle grandi porte gli giunse alle orecchie: si stavano chiudendo! Il professore si era dimenticato di avvertirli della sua presenza, là dentro. E lui...

D'accordo, lui non conosceva la storia di tutti quei piccoli mondi; forse avrebbe dovuto esplorarne chissà quanti, uno a uno, prima di trovare una casa adatta a lui. Ma che importava? Non sarebbe mai stato più pronto. Esitò soltanto un attimo; poi le sue mani fecero scattare l'interruttore che azionava il grande boccaporto, e questo si chiuse in silenzio, nel buio, impedendo a chiunque si trovasse là fuori, di udirlo, mentre si precipitava di corsa attraverso la nave.

Le luci si riaccesero in silenzio, quando trovò il seggiolino davanti al quadro dei comandi e vi si lasciò cadere. Le spie che si accendevano via via, indicavano, oltre ogni dubbio, che la nave era pronta. «Nave pressurizzata... Ciclo dell'aria in funzione... Energia sull'automatico... Motori sull'automatico...» Una cinquantina di luci e indici l'informavano che la nave aspettava soltanto lui, per partire. Azionò il tracciatore automatico, e la traiettoria prevista si disegnò sopra la piccola mappa atmosferica, fino alla stratosfera; qui, s'inserì la grande mappa stellare, che si srotolò lentamente mentre il tracciatore azionato dalle sue dita disegnava una rotta irregolare che l'avrebbe portato, ben lontano da Marte, in direzione degli asteroidi. Una rotta forzatamente vaga, imprecisa; ma più tardi avrebbe potuto regolare gli analizzatori, stabilire l'attuale posizione di alcuni fra gli asteroidi maggiori, calcolando la sua rotta con maggior accuratezza. Ma adesso, la cosa più importante era partire, fuggir via, prima che potessero lanciare l'allarme e fermarlo.

Qualche istante più tardi, le sue dita schiacciarono con forza selvaggia l'interruttore principale dell'energia, e la nave partì con un balzo improvviso, seguito da un secondo sobbalzo quando le mura del museo crollarono sotto la spinta dei grandi propulsori ionici. Sulla mappa comparve un minuscolo punto luminoso, che indicava la posizione della nave sulla rotta prestabilita. Ormai, quel mondo era dietro di lui, e non c'era nessuno, lì, a osservare i suoi sforzi con quel misto di gentilezza e pietà che aveva sempre sottolineato la sua insufficienza. Ora, lui era solo, a misurarsi contro il suo destino, e i suoi antenati l'avevano affrontato e vinto molto tempo prima.

Squillò un campanello, la nave era uscita dall'atmosfera;



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